10/12/11

Forte come un fiammifero

Accade che per ragioni assolutamente complesse mi trovo qui, in una sala d'attesa d'ospedale nel reparto di ostetricia. Le sale d'attesa mi indispongono, come tutti credo, ma la mia noia in questi contesti assume forme inusitate fino a sfociare nella catarsi più assoluta. C'è un leggero e concitato andirivieni di infermiere ed assistenti, un parto sta richiedendo più attenzione del previsto e così son qui a fissare le piastrelle, che come in tutti gli ospedali hanno un colore bruttissimo, e le tristi piante di corsia che invece dovrebbero ispirare almeno un po' di letizia. Poi il parto si risolve, il nascituro viene inserito nel meccanismo, immatricolato, tagliandato e dato in affidamento alla madre che ha un'espressione sedata, più che altro. Le luci si spengono, un soffio d'aria fredda fa tremare le piante e per qualche minuto un brano di musica tipo charleston anni '30 si sente in sottofondo. Il nascituro ha smesso di piangere, io sono ancora in attesa. E penso all'ondata di preoccupazione che sta pervadendo il Paese, questa parola che non si sentiva dagli anni settanta, austerity, già di suo implica l'immagine di un molosso con muscoli bene in vista che raziona ogni minuto della nostra vita. E penso a tutti noi, che non sappiamo veramente come stanno le cose, rincorriamo notizie fugaci di terrore e depistaggio, mentre imprechiamo contro Monti e prima contro Berlusconi e prima ancora contro Prodi e così indietro nel tempo fino a quando qualcuno di sicuro stava imprecando contro i Borboni, contro Isabella d'Aragona, contro Giulio Cesare o Attila. Questo nascituro avrà anche lui la sua buona dose di imprecazioni, questo è sicuro, ma almeno c'è e farà la sua parte, buona o cattiva che sia. Siamo ancora qui, nonostante tutto, da millenni chi comanda cerca di piegare chi non può opporsi, ma sono evidentemente degli incapaci. Per carità, sono a buon punto, ma ancora non hanno vinto e se dopo più di duemila anni, con tutti gli strumenti che hanno a disposizione, sono ancora lì a dannarsi l'anima per dominare tutto il creato forse qualcosa si può ancora recuperare.
Il nascituro inizia il suo duro lavoro, buona fortuna...

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