20/10/11

I.A.D.

Mi sono interrogato su questo aspetto della nostra vita quotidiana: l'evoluzione del PC con annessi e connessi. Io, come tanti della mia generazione, son partito da un Commodore VIC 20 per poi passare ad un C64, a un 166 e così via in un crescendo di possibilità a dir poco frastornanti. Non più il computer per giocare, vero motivo della sua incursione nelle case dei più, ma addirittura un villaggio globale a portata di un click. E qui iniziano i guai. L'avvento dei social network, ai quali io stesso non ho saputo sottrarmi, con adeguato contorno di I-pad, cellulari smartphone sempre più costosi e sofisticati, diavolerie tecnologiche per essere in contatto con tutti e far sapere a tutti cosa stai facendo in quell'istante, ha iniziato a rendermi un po' perplesso. Dopo aver passato molto tempo su Facebook e su relative chat, mi sono accorto di un cambiamento significativo nel nostro sistema sociale. Non so se in meglio o in peggio, sicuramente sono influenzato nel mio giudizio dai tempi in cui per ascoltare un brano in compagnia ti dovevi trovare a casa dell'amico con un registratore, quando volevi organizzare una partita a calcio ti trovavi al bar. Adesso non funziona così, se vuoi ascoltare un brano lo scarichi, o chiedi a qualcuno di mandarti un file. Perchè uscire ed incontrare un paio di persone quando senza muovermi da casa posso incontrarne decine? Lo dico io il perchè, lo so perchè ci sono dentro. Lo vedo come cambia la gente davanti ad un monitor, non importa modificare il colore o il carattere che si usa in chat. E' uno spazio diverso, un non spazio creato per non interagire umanamente. Io parlo con molte persone in chat, ma non lascio loro niente più di quanto loro lascino a me. E non mi si dica che un monitor aiuta a vincere la timidezza, non è così, è molto più facile scrivere due parole e staccare la connessione senza nessun impegno quando si ha qualcosa di meglio da fare. Io uso i social network, anche io evidentemente aspetto spesso qualcosa di meglio da fare. La differenza sta nel fatto che quando io parlo con qualcuno voglio guardarlo in faccia, vedere come cambiano le sue espressioni, sentire il suo tono di voce. Non solo lettere su uno schermo. Sono importanti certo. Essenziali, direi ai giorni nostri. Ma due ore di chat non sostituiranno mai un discorso di dieci minuti. Forse è tempo di dare alle cose lo spazio che davvero occupano.

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