26/10/09

Anche la polvere ha un peso.

Si fatica, si fatica troppo a non ricordare. Ed io fatico a non ricordare una delle tante sere di Ottobre, con quel cielo che non sai mai se esploderà o si spegnerà piano. La nostra era una storia che non aveva mai avuto una partenza, era come prendere un treno al volo, come fischiare un fallo, come aprire una persiana ed accorgersi che è ancora notte. Mi aspettavi in un parcheggio di periferia, distratta come sempre, distratta come la lancetta del mio contachilometri in autostrada. Prima di accostare mi ero scolpito addosso il colore della polvere e dei tre palazzi che sembravano scatoloni disabitati ai bordi di quel mare di asfalto deserto. Ogni cosa sembrava ritagliata nel lasso di tempo che le era stato assegnato, anche le nuvolette di fumo che uscivano dalla bocca o lo sventolare di qualche indumento dai balconi. Temendo un bacio non avevo fumato per tutto il viaggio, l'aroma del tabacco è disgustoso quando si devono tracciare i limiti di una mappa. E ti guardai come se ti vedessi per la prima volta, con la sciarpa rosa di pile e la giacca aperta. Tu invece non guardavi, o meglio, guardavi verso i prati oltre il parcheggio, come se qualcosa ti impedisse di abbandonare quel posto e di correre via. Non ti muovesti, non mi venisti incontro, quando fui vicino mi guardasti solo fisso un momento dicendo piano "ciao". Ed allora vidi le nuvole diventare di fuoco e dentro il lampo nei tuoi occhi vidi orologi senza lancette e chilometri sotto la pioggia. Dentro il lampo negli occhi sentii i rami dell'albero dell'estate finita scuotersi e raggomitolarsi mentre una voce lontana cento anni mormorava "portami via di qui". L'autostrada mi aspettava ancora calda mentre i primi lampioni si accendevano pallidi e tremolanti. Risalii in macchina da solo. Non riuscii a non voltarmi ancora una volta.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

forse è storia vera, forse è fantasia, kissenefrega è bello bello bello.
Pipù

M@uz ha detto...

Grazie Pipù... E' una storia vera ed è anche una storia non vera.