14/08/07

I won't let the sun go down on me...

Uhiuhiuhi... A noi celtici, scuri di animo e torbidi nei pensieri, noi che amiamo le mattine nebbiose e le tetre serate autunnali, il sole fa malissimo. Sempre saputo, quando andavo al mare da piccolo i miei amichetti giocavano tutto il sacro giorno sotto il sole, io che desideravo quantomeno tenere addosso una canottierina ne ero impossibilitato per via della temperatura e così mi prenotavo nottate da ululato. Dimentico di tutte queste tristi cose mi vedo entusiasta di accogliere l'invito di alcuni amici per uno spensierato pomeriggio in piscina, una di quelle carine con scivoli e amennicoli vari. Crema solare? Ma no, il pensiero non mi sfiora neppure, sono un uomo tutto d'un pezzo io, così, dopo aver fatto rifornimento di tramezzini e bevande varie, si parte. L'esodo estivo dà i suoi frutti, la piscina non è gremita di gente e si respira, ovunque vitelloni ipertatuati e tapmodel, la maggior parte esibiscono un fisico scultoreo ed una colorazione epidermidale bronzea. Anche ad un osservatore distratto non può sfuggire la nivea macchia arenata su un asciugamano in un praticello adiacente gli specchi d'acqua. Presente la pubblicità della mozzarella, quando l'abile casaro con gesto sapiente estrae con un cucchiaio la tondeggiante formaggetta fuori dal suo bianco liquido per mostrarla alle telecamere ingorde? Ecco, quello sono io, non il casaro, intendo la formaggetta. Bianco e tondo. Rifletto la luce, in tempo di guerra mi avrebbero dipinto tutto di nero per non attirare l'attenzione dei cecchini di parte avversa. Ma ora mi sdraio qui, un po' all'ombra e divento più scuro di un gianduiotto. Ronf. Mi risveglia l'ora del pranzo, nutrimento, poi lungo pomeriggio a rotolarsi dentro e fuori dall'acqua, il sole implacabile picchia, ma non mi turba, forse sto diventando una personalità solare; Lalaura in tempo record è divenuta color tropical, stavolta ce la facciamo, sarò scuro come gli operai che asfaltano le strade in piena estate. Invece no, esattamente no. Giunto a casa mi assale il tifone, insolazione in piena regola, mi trovo con una coperta addosso, tipo la cariatide di Alan Ford e batto i denti per via dei brividi di freddo... Al momento attuale ho la sempiterna coperta sulle spalle, la schiena trafitta da una miriade di aghi e la pelle che mi sembra quella di una tartaruga delle Galapagos di trecento anni e così buona parte dei miei progetti per l'ultima settimana di vacanza deve essere rivista, nero lo sono diventato, ma di rabbia, non di sole. Non si sfugge al proprio destino, perdonatemi fosche brughiere e crepuscoli tenebrosi, mi prodigherò in riti druidici ogni volta che ne avrò l'occasione ed offrirò sette arieti neri in sacrificio per ogni giorno di sole che andrò a rubare. E, soprattutto, mai dimenticarsi la crema solare.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

sceeeemoooo!
sceeeemoooo!

M@uz ha detto...

Benissimo. Il primo sacrificio comprenderà sette arieti neri e un rivarolese...

Anonimo ha detto...

UUUUUUUUUUUUUH!!! mi era successa anche a me così!!! uguale uguale uguale!!

Any