Ci sono certe foto in cui si vede il soggetto fermo con lo sfondo sfuocato, come se stesse scivolando via. Altre hanno un soggetto sfuocato, con lo sfondo statico, come se ci si muovesse troppo in fretta dentro una gabbia. Le mie sono ferme, il soggetto è fermo e lo sfondo pure. I Bizzarri si stanno rifacendo il trucco, come una vecchia puttana che non vuole saperne di andare in pensione e continua a battere sotto i lampioni per abitudine più che per necessità. Le mie giornate, accuratamente vivisezionate dalla lancetta dei secondi, non portano nessuna novità degna di sorprese, si accumula solo più merda di quanta ne riesca a smaltire. Sembra un film al rallentatore, ho questo caldo che mi si appiccica tanto da sembrare di avere una pelle di gomma, ho cinquemila progetti iniziati e nessuno che cammina, la mia workstation qui davanti ha un dito di polvere ed è sommersa da DVD vuoti, pacchetti di pile, un dizionario, pezzi di carta, un farmaco che non so neanche cosa cazzo sia, una macchina fotografica, noia in tutte le salse e per tutti i gusti. Boh, sto lì a metà, son partito da una riva nuotando, ora quasi certamente sarò pur arrivato in mezzo a qualcosa, però non so bene cosa. Ho il sospetto che sia inizata la fase discendente della parabola, quella in cui ti siedi in cattedra a fare il parruccone e sei quasi sicuro di avere una risposta giusta per tutti. D'altronde Salgari ha scritto libri sull'India senza averla mai vista di persona, sarà già un problema se mi permetto di dare soluzioni a questioni che non ho saputo risolvere, è il minimo che possa fare. Va bene, il viaggio è durato abbastanza, per un po' mi son divertito a guardare il paesaggio dal finestrino, ma adesso mi sto annoiando, cosa ci vuole per affittare un loculo criogenico? No perchè alla fine alla pellaccia ci tengo, non faccio cazzate, in moto sono prudente, però vorrei passare la mano, un po' come quando a poker non si è ben sicuri di cosa fare, che ne so, una dormitina di 500 anni, poi se nel frattempo la Terra se ne va affanculo, pazienza. Magari è meglio rimanere intrappolati in un letargo eterno, paradisiaco e glaciale piuttosto che fare lo stercorario fra le dune del niente. Non se ne abbiano a male i positivisti, davvero, niente di personale,
ma è una questione di impasto, credo che chi di dovere non mi abbia messo abbastanza lievito, siamo pagnotte diverse.
29/06/09
Who knows where the time goes
Pubblicato da
M@uz
alle
23:11
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
è difficile non pensare e non farsi domande. a grande fatica ci sto vagamente riuscendo e così facendo mi godo di più quello che ho senza troppe paranoie.
insomma.
non sapevo come commentare di fronte a un post così.
Certo, è il modo migliore per affrontare le cose. Vedo che lo sai, e immagino anche tu sappia che non sempre è facile ! Comunque non dò voti ai commenti, io scrivo cosa mi pare e chiunque commenta può fare lo stesso, non ti preoccupare...
quello che scrivi per quanche motivo mi tocca sempre dove ho qualche abrasione di quelle che fanno la crosta color carota, tipo dove ti sei grattato troppo. sto lì sulla sponda di quel fiume e mi chiedo se devo prendere l'aereo o il treno e nel frattempo non so più dove minchia devo andare...
any
Posta un commento