08/10/07

06 Ottobre 2007 Concerto a Ciriè

Com'è, come non è, Ciriè sta diventando un po' la nostra seconda casa. Un paese all'imbocco della Val di Lanzo, fino a poco tempo fa manco sapevo che esistesse, abbiamo iniziato con qualche concerto ed ora almeno una volta ogni mese siamo da quelle parti. Nuove cose per la band, stiamo sviluppando una scaletta parallela (non troppo dissimile per la verità da quella di ora, ma si sa, il tempo è tiranno) da eseguire in versione unplugged (anche se il basso sarà ancora amplificato e così pure i microfoni) che però ci consenta di rivolgere la nostra attenzione anche a birrerie o locali dove usualmente non si fa musica dal vivo poichè l'alto volume potrebbe disturbare qualcuno. Nella fattispecie i vicini. Potresti essere a suonare anche in mezzo ad un prato a millecinquecento metri di altezza con intorno solo lupi e stelle alpine, eppure un vicino al quale stai dando fastidio lo trovi. E' matematico, non si scappa. Allora ci siamo detti - facciamo qualcosa per cui ci scolliamo di dosso l'etichetta da sfrangimaroni, facciamo acustico- e così di tanto in tanto ci capiterà di fare qualche apparizione in cui suoneremo con meno volume. Non è il caso di questa sera però, non ho la più pallida idea di dove sia il posto dove suonare, ma fortunatamente, proprio mentre inizia a piovigginare, l'occhio mi cade su un grande cartello con su scritto il nome del pub che stavo cercando. Il posto è molto strano, almeno per i canoni a noi noti, il locale si apre in un cortile interno ad una palazzina industriale di vecchio stampo e quando entriamo (dopo aver citofonato dato che si tratta di un circolo) ci accolgono ampi specchi e decorazioni tipiche da pub, ma un cartello ammonisce che, a dispetto dell'apparenza, il locale si trova al primo piano. Il tutto è ricavato in un capannone industriale dismesso e risistemato a nuovo per l'occasione. Anche l'incubo di portare gli strumenti su per le scale è presto dissolto: i gestori, prudentemente, hanno piazzato in modo oltremodo comodo un apposito montacarichi in grado di sollevare quanto necessario per le esibizioni dal vivo. Dal di dentro, mi faceva notare il buon Simone mentre si smontava al termine della serata, sembra di vivere in prima persona i tempi di caricamento di Doom, quando bisogna uscire dall'ascensore riversando su orde di alieni tonnellate di proiettili. L'appuntamento è per le 19.00, sono in ritardo di dieci minuti. Non riuscirò mai ad essere puntuale, stavolta gli altri però tardano di oltre mezz'ora, così ho il tempo di montare con tutta tranquillità la batteria. Il locale si prepone di diffondere cultura a 360° in qualche modo, qui si eseguono rassegne teatrali, spettacoli di cabaret, presentazioni di libri, concerti di tutti i generi e, dato che la crew dei gestori è costituita per la maggioranza da insegnanti (!) al pomeriggio si impartiscono ripetizioni di varie materie. Un impegno encomiabile quanto difficile da portare avanti, speriamo che la cultura un pochino ritorni in questo popolo intellettualmente pigro, non per fare sfoggio delle proprie conoscenze, quanto perchè una persona istruita è una persona meno facilmente manovrabile e credulona ed abbiamo un gran bisogno di gente che sappia ancora distinguere cose giuste da cose sbagliate. Tornando a noi, la batteria ora è piazzata, c'è un bel palco grande e fra una cosa e l'altra diventa sempre più lungo il tempo necessario a disporre le attrezzature. Andrea si è procurato un paio di luci nuove che secondo me fanno un bell'effetto, in quel che facciamo bisogna puntare almeno un poco sull'impatto visivo. Nonostante questo però stasera decidiamo di non truccarci: poco tempo a disposizione e a non troppo tempo dall'inizio del concerto il locale è ancora visibilmente spopolato. L'unica grande pecca del posto è data dall'acustica: dopo due brani mi accorgo che il rimbombo è tale che pare di suonare in una palestra; nonostante stiamo usando tre monitors la voce di Andrea ed i cori sul palco sono totalmente inesistenti dato che qualunque tentativo di regolazione ai volumi innesca un Larsen fastidiosissimo, per cui ci adattiamo e andiamo avanti così. Il pubblico è lievemente aumentato, anche se date le dimensioni del salone in cui suoniamo, non sembra molto numeroso. Circa mezz'ora prima al piano di sotto una mezza dozzina di ragazzi/e verosimilmente minorenni, abbigliati in perfetto stile Dark stavano seduti su appositi divanetti. Un amico è passato loro davanti indossando la tshirt del gruppo, e qualcuno gli ha chiesto quando avremmo iniziato a suonare. Il Dark si avvicina al Rock, meno male, il pubblico si allarga allora... L'esibizione dura circa un'ora e tre quarti, bisogna smettere tassativamente alle 00.30, sempre per il discorso dei vicini eccetera eccetera, per cui spariamo le ultime cartucce ed auguriamo la buonanotte quando ancora ci rimangono sei o sette pezzi da fare, pazienza. Siamo molto soddisfatti nel notare che i gestori del locale hanno apprezzato, tanto da chiederci di ripassare a Dicembre o Gennaio. Nemo Propheta in Patria, ben venga una seconda casa, non siamo che profughi e finchè troviamo una porta aperta per entrare a suonare e una pinta di Guinness in attesa non riusciamo mai a dire di no...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma ormai avete espugnato ciriè!
mitici!

Doom e Duke nukem sono giochi immortali

Anonimo ha detto...

ero io il commento anonimo...