18/02/07

16 Febbraio 2007 Concerto a Torino


Siamo nell'ottica di spingere le nostre performances anche nei locali del capoluogo, anche se gli abitanti della zona magari preferirebbero di no, così questa sera facciamo tappa in un locale di Torino, piuttosto in centro. Dopo un' uscita frettolosa da lavoro ed una serie di incertezze sul come, dove e quando trovarci, riusciamo a non metterci d'accordo, per cui decidiamo di affidarci alla buona sorte e recarci sul posto ognuno per conto suo... Io odio guidare a Torino, il venerdì sera poi è una guerra senza esclusione di colpi. Consulto tre o quattro siti sul come arrivare in fretta, ma soprattutto vivo, carico la batteria nella parte posteriore della macchina e Lalaura in quella anteriore, dopodichè mi lancio nel traffico canavesano dell'ora di punta, l'umore sembra buono ed abbiamo un paio di brani nuovi da proporre. Poi è da un po' che non suoniamo e allora siamo abbastanza carichi. Suonare è un po' come quando devi andare in bagno e non sai per quanto riuscirai a trattenerti, e siccome stavamo trattenendo da un po', stasera ci scappa da suonare. Arrivo davanti al locale con un buon tempismo, quasi contemporaneamente ad Andrea, mentre Fabio è già dentro che sta sistemando al buio qualcosa. In tempo breve ci raggiunge il guru del basso e cerchiamo di capire come sistemarci. Il locale non è enorme, il gestore non si rivela simpaticissimo e per di più preferisce usare il suo impianto, ma noi non abbiamo cavi da ciabatte, per cui l'atmosfera diventa un po' torva. Contemporaneamente, mentre mi sto occupando della batteria, mi si spana una vite del pedale. Disastro, rimango senza fiato, non c'è modo di recuperare. Al gestore scostante e al pedale in frantumi si aggiunge il terzo ostacolo, vale a dire bambino biondiccio dell'apparente età di otto/nove anni, immagino figlio suo et studente di batteria visto che ne tiene una formato micro in uno stanzino accanto, il quale comincia (mentre ancora sto montando) a gravitare intorno al mio strumento e a battere sui tamburi e sui piatti con le mani. Sono al limite della sopportazione, spero che il padre intervenga spostandomelo gentilmente dai coglioni perchè in primo luogo sto montando e mi intralcia, in secondo luogo sono morbosamente geloso della mia batteria e non mi va che qualcuno ci paciocchi sopra, a meno che non mi mostri un diploma di conservatorio, in terzo luogo ho appena reso inutilizzabile un pedale e questo è un motivo sufficiente per avercela con il mondo intero. Il babbo non si muove, mi sa che questo è un prezzo da pagare per suonare a casa sua. Esco e vado a cercare un rotolo di nastro adesivo in macchina, tanto per tentare di rilassarmi un poco, quando rientro il bambinello è seduto sul mio sgabello con tanto di bacchette in mano che sta commettendo l'errore di fare cosa fa. Sento l'alieno salire dallo stomaco, mi avvicino, lo fulmino con un'occhiata e gli dico S-C-U-S-A P-U-O-I M-I-C-A S-M-E-T-T-E-R-L-A ? Il bimbo (in fondo se nessuno gli dirà mai che è sbagliato continuerà a pensare che sia giusto, però questo è un ruolo che non spetterebbe a me) si alza e scompare. Bene, un problema in meno. Il gestore si occupa di farci fare i suoni, fortunatamente pare che sappia fare il suo lavoro. Sul palco la situazione è un po' precaria, ma mi dicono che dalle parti del pubblico i suoni sono perfetti. Tanto meglio, dopo i sound check l'atteggiamento del padrone migliora sensibilmente, il bambino è nebulizzato da qualche parte e Fabio ha chiesto a suo fratello di recuperare un pedale da batteria (niente meno che un Tama Iron Cobra) da portarci prima che iniziamo a suonare. I tre guai sembrano temporaneamente appianati... Consumiamo del cibo, ingolliamo un po' di bevanda di malto fermentato con aggiunta di luppolo per l'aroma, ci si barda un po' (l'Andrea è munito di un gel verdognolo con brillantini che si spalma un po' ovunque e al commento di Simone, il quale sostiene che con quella roba sembra sporco e sudato, replica che era esattamente l'effetto che cercava) iniziamo a suonare. Dato che quattro metri dietro di me iniziano le camere di un albergo i volumi sono contenuti, il pedale fa egregiamente il suo lavoro ed il ghiaccio con il pubblico si rompe quasi subito. Non c'è una quantità alluvionale di gente, ma sono tutti abbastanza attenti, seguono cosa facciamo e Andrea è in gran forma stasera. In buona sostanza riusciamo a divertirci tanto che, come richiesto dal locale, facciamo una pausa, ma canniamo l'orario e dobbiamo sacrificare buona parte del secondo tempo. Di solito suoniamo intorno ai 150 minuti senza pause, qui dovevamo stare dentro le due ore scarse con la pausa. Non siamo abituati, non è mica colpa nostra! Chiudiamo con due lenti che ci vengono tutto sommato abbastanza male ("...che maniera del cazzo di chiudere un concerto..." Fabio n.d.r.) e poi andiamo a gozzovigliare con pasticcini e fragolino che ha portato Sabrina che festeggia il compleanno. In qualche modo quando suoniamo c'è sempre un compleanno di mezzo, non chiedetemi come mai... Ma comunque meglio così! Ora qualche tempo di relax per mettere a posto la scaletta e fare un po' di pulizia nel repertorio, intanto guardiamo questa Torino in musica come un quadro di arte moderna, cercando di dargli un senso ma non sempre trovandolo. Il rientro è stato decisamente più soft, poco traffico e un viaggiare piacevole. Come lo sbagliare uscita in tangenziale, ma questa è tutta un'altra storia...

6 commenti:

Anonimo ha detto...

eeeh
anche io odio guidare per torino
non puoi stare due secondi, dico due secondi al semaforo verde che attaccano coi clacson
sì sì ho capito viva gli sposi cazzo!



quali sono sti due pezzi nuovi?

M@uz ha detto...

Magari fosse solo così! A volte iniziano già a suonare quando il semaforo è ancora rosso, giusto per segnalarti che è quasi ora. Io credo che le macchine di Torino abbiano un cronometro al posto del tachimetro (lo so che i torinesi sogghignano compiaciuti a queste affermazioni, ma c'è poco da stare allegri: avanti così e un'ulcera non ve la leva nessuno...). Per i pezzi mi spiace deluderti anche stavolta, ma niente ska o punk. Nonostante sia una settimana che giro con London Calling in macchina, i pezzi sono Song 2 dei Blur e Enjoy The Silence dei Depeche Mode nella versione dei Lacuna Coil, suppergiù. One degli U2 invece non ci convince molto e dobbiamo rifinire meglio Behind Blue Eyes dei Limp Bizkit... Ne aprofitteremo in questo periodo che non abbiamo concerti a breve!

Anonimo ha detto...

non è per cagarti il cazzo
ma non sono nato con lo ska e il punk nelle orecchie
ero un nu-metallaro, lo so, può far schifo....
ascoltavo limp bizkit, korn, slipknot, beastie boys, linkin park, mudvayne, p.o.d., sepultura, rage against the machine
ho tutto nascosto nell'armadietto
anche la maglietta tutta consumata degli slipknot
si strappa in mano da sola
tengo tutto per ricordo

(adesso mi odierai di più)

M@uz ha detto...

Mai detto di odiarti, come ti viene in mente? Anzi, ti ringrazio per lasciarmi un segno di tanto in tanto. Non sempre io ascolto cose inerenti a quelle che alla fine suono, mi piace il progressive vecchio stampo (non il prog metal, lì c'è molta tecnica, ma poco sentimento), la musica elettronica, anche quella sperimentale di Stockhausen o di Berio, la new wave più fredda, il folk britannico e scozzese, alcune arie medievali ed il cyberpunk... Per cui no prob, non etichetto la gente in base alla musica che gli piace. L'importante non è sentire, è ascoltare...

Anonimo ha detto...

la prossima volta voglio venire anch'io!!! mi maili la prossima dataaaaaaaaa?? (strush strush)
però se c'è da guidare per torino non se ne fa niente, eh :P (non è pigrizia: è che non ho il benchè minimo senso d'orientamento...)
Any

M@uz ha detto...

Mannaggia, al momento siamo davvero incasinati con le date, nel senso che dobbiamo riempire lo spazio da qui a Maggio (vuoi farci da agente di spettacolo?). Questa sera credo faremo un salto in Val d'Aosta a distribuire materiale promozionale, se salta fuori qualcosa sarai la prima a saperlo... Promesso!