05/11/06

31 Ottobre 2006 Concerto a Cafasse




Strano cielo stamattina e la suggestione non c'entra nulla. Mentre percorrevo la pseudocampagna per andare al lavoro pareva di essere dentro ad un film di Tim Burton. Tutto soprattutto molto grigio, sembravano le prove generali dell'atmosfera per prepararsi ad Halloween. Già, perché oggi è il 31 Ottobre. Ora, molti non sopportano questa ricorrenza, neppure nostra tradizionalmente. Io invece mi accontento già di non adorare un sacco di eventi festivi, ma questa, come tutto ciò che proviene originariamente da oltre il Canale della Manica, mi piace. Mi piacciono il dark ed il gotico, l'horror letterario e visivo, Michel Myers, le zucche illuminate, i dolcetti ed il fatto che, per una volta tanto, non saranno gli spiriti a spaventare noi, ma sarà il contrario. Così sono stato piuttosto lieto quando i gestori di una birreria di Cafasse ci hanno invitati a rallegrare (o rattristare, a seconda dei punti di vista) la festa in maschera organizzata nel loro locale. Persino Lalaura ha recuperato quanto possibile dall'armadio per abbindolarsi come una strega e poter venire per cui la giornata di oggi è stata votata all'essere più Halloweeniani possibile. Fuori da lavoro mi fiondo a casa: il tempo è tiranno questa volta. Simone, misterioso, ci ha detto che avrebbe pensato lui ai trucchi, mentre noi avremmo dovuto solo recuperare una camicia dai colori sgargianti. Facilissimo per me. Non sono un giunco, ma nemmeno propriamente una mongolfiera, comunque è già difficile trovare vestiti della mia taglia, figuriamoci poi se posso permettermi perfino di obiettare sul colore o addirittura sceglierlo . Probabilmente l'umanità si sta rimpicciolendo, in un negozio di felpe ho recuperato una XL (il solito utopista) per poi accorgermi che mi entrava solo un braccio. Tutto rigorosamente stretch, perdipiù, che a me fa apparire come un insaccato. Così faccio uscire dal dimenticatoio una camicia fantasia non propriamente sgargiante e mi infilo in macchina con Lalaura che stavolta ci viene a sentire. Parto con l'idea fissa di sbagliare strada, ci ho già suonato altre volte in questo locale, ma ogni volta la dimentico. Infatti ci riesco, sbaglio però solo due volte e alle 20 siamo arrivati. Il locale è rinnovato, è stato realizzato uno stanzone con un bel palco appposta per farci suonare i gruppi. Finalmente la pedana della batteria è rialzata rispetto a dove suonano gli altri. L'idea di tornare a truccarci a casa di Simone dopo aver montato l'attrezzatura è irrealizzabile, ci occorrerebbe troppo tempo per cui, dopo aver cenato, lui viene prontamente spedito a casa a recuperare il necessario. Comincia ad arrivare gente, naturalmente grande abbondanza di streghe, qualche zombie ed alcuni diavoli. Fase due, il trucco. Simone, l' impeccabile bass man, è giunto con mistriosi pennelli e tubetti di colore, ci siede a turno (nei bagni in assenza di camerini, beata celebrità che non arriva...) ed inizia a pittarci con l'ausilio di Angela, sua compagna in tutto e nostra fotografa ufficiale. Il visagismo dà i suoi frutti, ma siamo in ritardissimo coi tempi di marcia, il gestore ci dice di fare in fretta, siamo vicini a mezzanotte. Dopo avere terminato il lavoraccio prima possibile si inizia finalmente a suonare. Simone (sempre lui, stasera ha dato veramente tutto quel che poteva) ha portato un'intro, un motivo molto circense che useremo d'ora innanzi per i nostri live, essendo in qualche modo collegati al mondo dei clown (uno infatti occhieggia sinistro sul nostro manifesto) ed essendo anche noi truccati da clown psicopatici per l'occasione. Il vocoder della tastiera collegato al microfono fa il resto... Fuori tutta la scaletta, in questa circostanza suono con un paio di bacchette nuove (rarissimo per me che sono totalmente ragno) ed ho cambiato anche la pelle battente del rullante. Via, crepi l'avarizia! Il sound sembra buono anche se c'è un po' di rimbombo. A metà serata Gianni, ex batterista di Andrea, ci consegna il CD sul quale è incisa la nostra ultima demo, opportunamente mixata e sistemata, realizzata presso il loro studio. Non vedo l'ora di ascoltarla. Terminiamo dopo le nostre consuete due ore e mezza, nessun bis, tutti a fare le ultime due foto e a lavarsi la faccia, Gin Tonic, come consuetudine (ho scoperto che con un po' di Curacao è spettacolare), smontaggio (la parte più dura ed odiosa dei concerti), risollevamento della Lalaura, caduta in sbattimento, e felice rientro a casa. Nello stanzone alcune persone stanno ballando i Punkreas, strano, prima quando suonavamo noi ne ballavano solo un quarto. Solita storia, un giorno vi spiegherò il perchè questo succede. Io mi sono divertito, capita spesso ai concerti anche se ci si stanca, ma non siamo stati molto americani a dir la verità, a guardarci bene sembravamo cattivi attori con una parte che sta loro stretta, credo sia colpa del contesto, siamo in provincia di Torino, non nel Michigan. Sicuramente è così, ma l'anno prossimo, ah, l'anno prossimo...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

i punkreas sono imballabili
ahahahahahh

M@uz ha detto...

Nonnonnonnò, sono sicuro! Sarà che c'era in giro tanto alcool quanto ne sarebbe bastato a disinfettare tutte le piaghe di un lazareto veneziano dell'epoca, ma giuro che si ballavano !!!