25/07/06

23 Luglio 2006 Concerto ai Ronchi



MammamiaMammamiaMammamia!!! Davvero, non c'è mai limite al peggio, quando pensi di stare raschiando il fondo del barile trovi improvvisamente un doppiofondo e ti accorgi che da raschiare ce n'è ancora un bel po'. Ma andiamo con ordine. Qualche tempo fa io e Andrea abbiamo fatto un favore ad un amico, il quale per sdebitarsi ci ha messi in contatto con l'organizzazione di una festa agreste. Di solito a queste manifestazioni sono molto richieste tre tipologie di attrazione musicale: prima tipologia è l'orchestra spettacolo, siore e siori, un tempo queste orchestre incatenate al liscio ora si sono un po' modernizzate, alcune suonano anche brani dei Queen, sono in pratica JukeBox di musicisti preparatissimi in grado di replicare qualunque successo del momento, sono di solito muniti di impianto audio/luci da vertigini ed hanno costi proporzionati alle capacità, diciamo circa il quintuplo di quello che guadagnamo noi quando ci va bene. La seconda tipologia consta di duo (di solito tastierista o chitarrista/tastierista uomo, cantante donna) specializzati in gorgheggi virtuosi (lei) e infamissimo playback su basi MIDI (lui). Attualmente va di moda il revival così, al costo inferiore di un'orchestra spettacolo di almeno otto musicisti, un duo di pianobar sarà in grado di replicare più o meno fedelmente, a seconda della workstation e delle basi che possiede, qualunque successo da balera, compreso il tanto desiderato latino-americano, che nelle feste agresti impazza. Ultima tipologia, onnipresente dalle feste di piazza ai battesimi collettivi in santuari sperduti, è la discoteca mobile. Yeah. In pratica è come andare in discoteca però senza andarci, vengono loro da te. Impianti da tonnellate di watt, luci polarcatalizzarinfranscenti, DJ esperti, se va bene vocalist per animare la platea e se va benissimo anche un paio di cubiste scosciate. Non sono adatte al pubblico delle feste agresti, ma ai loro figli: di solito quelli sopra i 18 hanno la macchina e vanno via dal luogo incriminato, quelli sopra i 60 hanno problemi alla prostata e vanno a letto, restano gli under 18 a dimenarsi sui palchetti come leprotti colpiti. Questa disquisizione si è resa necessaria perchè, come si è notato, noi non apparteniamo a nessuna di queste tre tipologie, quindi non vedevo come potesse essere gradita la nostra partecipazione ad una manifestazione del genere. L'organizzazione mi spiega che vogliono intraprendere un nuovo percorso aprendo anche al rock la selezione musicale delle serate. Benissimo, allora veniamo. Partenza alla solita ora, mi dirigo verso il luogo anche se non so esattamente dove si trovi, molti tornanti. Non possiamo andare a suonare in riviera noi, magari sul lungomare, con un fiume di persone che viavanno. No. Dobbiamo inerpicarci noi, sempre, in mezzo alle montagne. In preda a nefasti pensieri arrivo sul posto, c'è un grande padiglione con tutt'intorno un notevole aroma di salsicce e carne alla brace. Uhm. Vedo che gli altri sono già qui, stavolta siamo arrivati insieme, subito ci coglie la preoccupazione che il nostro impianto non sia sufficientemente potente, il posto è molto grande e dispersivo. Comunque iniziamo a montare, con una lentezza esasperante forse dovuta anche all'umore collettivo che pare abbastanza down. Io piazzo due microfoni alla bell'e meglio sulla batteria, Fabiano ne piazza uno davanti al suo ampli mentre Simone entra direttamente nell'impianto, così dovremmo guadagnare un po' di potenza. Proviamo i suoni, Fabiano dubita che il suo microfono funzioni. Nel padiglione ci saranno una quarantina di persone che stanno consumando la cena, uno di loro si alza e in dialetto ci urla di abbassare il volume. Bene, il microfono funziona, peccato che l'educazione non abiti qui. Decidiamo di smettere per non fare inviperire gli astanti (larga rappresentanza ultra sessantenne) mi sa che non sarà una delle nostre serate migliori... Ci apprestiamo al tavolo per cenare, fortunatamente l'organizzazione è molto disponibile e gentile, ci portano subito le cibarie e le bevanderie. Terminata la cena notiamo che il pubblico non è cambiato, forse qualcuno in più, saremo a cinquanta persone, ma non sembrano mordere il freno pur di ascoltarci. Naturalmente inizia a piovere. Com'è, come non è, saliamo sul palco verso le dieci e mezza e iniziamo con qualche brano soft per ammorbidire un po' l'aria. Qualcuno si volta e qualcuno sembra ascoltare, andiamo avanti. I brani si fanno più incisivi, un paio di persone battono il tempo col piede (potrà sembrarvi una stupidaggine, ma vi assicuro che in certi momenti anche il minimo cenno di assenso vale una fortuna, almeno sai che non stanno per pestarti). E poi lo vedo: lui, in fondo al salone, lento e inesorabile avanza verso di noi. Lo sguardo fermo e deciso, il passo sicuro di un condottiero di altri tempi, sale sul palco (mentre stiamo suonando), si avvicina a Fabiano (mentre stiamo suonando) e gli parla faccia a faccia (mentre stiamo suonando). E' lui lo riconosco, tutti l'abbiamo incontrato almeno una volta, sul bus, a scuola, allo stadio, al lavoro, in chiesa, in vacanza, fra gli amici e fra i nemici, a naja, al mare, in montagna, insomma ovunque... Lui è il vero cosmopolita, l'ultimo insetto della razza umana, l'alfa e l'omega, il vello di Giasone e il Santo Graal, l'Ebreo errante e il conte di St. Germain: lui è il ROMPICOGLIONI quello con la R maiuscola e così pure tutto il resto. Ha dovuto attraversare cinquanta persone, camminare per ottanta metri, salire sul palco di modo che tutti lo vedessero per dirci di abbassare il volume. A nessuno dava fastidio, quelli che lo ritenevano elevato se ne sono andati a casa, ma lui, LUI, no. Lui deve imporsi, salire sul palco mentre si suona (che è una cosa che mi fa davvero incazzare) e dirci cosa è meglio fare, perchè lui, LUI, l'Alan Parson dei Ronchi ha deciso che siamo troppo alti di volume e siccome siamo una band su un palco siamo al Suo servizio e dobbiamo fare cosa dice Lui. Mi pare ovvio. Ci verrebbe spontaneo un bel mavà, ma siamo civili, diciamo di sì, ovviamente nessuno tocca di un briciolo il volume, lui, anzi Lui, soddisfatto, scende dal palco e si dilegua. Ma la gente non ci ama, non sopportano il rock, a quanto pare. Uno dopo l'altro sciamano fuori e dopo poco più di un'ora il padiglione è vuoto. Mi sa che l'esperimento rock in agricoland non ha funzionato. Forse ci volevano i cori alpini. L'organizzazione ci dice che comunque abbiamo suonato bene, era il target che non era adatto. Ma dai? Beviamo una birretta mentre Andrea si dispera (Valentino Rossi ha rotto la moto ed ha perso la gara), Fabiano si dilegua che domani vola via presto e Simone sta lì come sempre con la sua allegria dirompente che stasera è irrefrenabile. Praticamente un gatto nero imbalsamato. Fuori ha smesso di piovere, forse stasera riesco ad andare a dormire prima dell'una.

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