13/10/08

Hymn...

Non è vero che la stagione più bella per girare in moto è l'estate. Troppa gente per le strade, troppe moto che vanno più veloci di te e ti danno via come un pesce lesso e troppo caldo: o ci si veste come un calciatore (con conseguente sgrattugiamento di tutte le parti sporgenti nel malaugurato caso in cui si cada) oppure, come me, si mantiene il look invernale con giacca e protezioni, cascunz integrale, guanti e stivali, in modo che ogni volta che ci si deve fermare ad un semaforo rosso, si boccheggia come il suddetto pesce lesso, però questa volta appena pescato. Invece la stagione migliore è l'autunno, non quello inoltrato, quello agli inizi, tipo ieri diciamo. Un bel giretto con Lalaura in quel del lago di Viverone, dolci e romantici declivi punteggiati dei primi colori delle foglie che si accartocciano, una temperatura più che potabile, ovunque il profumo dell'uva appena raccolta e del vino nei tini che inizia ad aromatizzare la campagna, il tenue e vagamente misterioso profilo del lago piatto che si staglia in lontananza ed infine quel porca puttana bastarda dell'alternatore della moto che si scassa e mi lascia a piedi come un deficiente a tre metri dalla riva! Eh, qualcosa che distruggeva la poesia ci voleva pure, tocca chiamare qualcuno che venga a recuperarmi, opto così per stressare il buon Andrea che, da quando siamo temporaneamente fermi con la band, perchè la situazione musicale in Canavese è qualcosa che può capire solo chi suona in Canavese, si dà ai lavori più disparati ed ora sta inchiodando bancali, non so a che pro. Rivolgo allora la mia attenzione al caro Simone - fresco di auto appena presa dato che due settimane fa ha distrutto la sua precedente contro un cinghiale di dimensioni titaniche, il quale cinghiale non è nemmeno morto, anzi, gli ha fatto una linguaccia ed è sparito nella boscaglia da cui era sbucato, così il povero non ha portato a casa nemmeno un cotechino per consolazione -. Nell'attesa del bassista appena scomodato, mi siedo sul lungo lago a poca distanza dal viavai di gente che passeggia ed ignora il mio dramma e come se non bastasse una musica latinoamericana che proviene toto volume audens da un piccolo bar alle mie spalle con annesso un vetusto manzo che insegna dei movimenti latiniamericani (sembra un po' uno col ballo di San Vito, ma pazienza) fa a brandelli quel poco di sopportazione che mi resta. Chiedo una Menabrea rossa, ma mi dicono che hanno solo la Bud di rossa. Strano, mai sentita per cui la ordino: mi portano una Budweiser che di rosso infatti ha solo l'etichetta... Ma che domenica di merda! Finalmente giunge Simone con auto e cavi, prendo la chiave a brugola che ho sempre nella tasca del giubbotto, smonto la sella, collego i cavi, faccio partire e via verso casa. Ma l'alternatore non carica, la batteria non tiene e a Caravino sono di nuovo a piedi così mi fermo in piazza, faccio per smontare di nuovo la sella, ma mi accorgo di aver perso la chiave a Viverone. Ora uso la fede: arriva un momento in cui un uomo si rende conto che deve aprire un dialogo con Dio, io sono un po' arrugginito in questo, le poche volte che mi capita chiedo e non ringrazio, sono un po' cafone e le preghiere le devo mandare per raccomandata con ricevuta di ritorno perchè altrimenti dubito che vengano prese in considerazione. Per cui inizio. "Oddio - e già qui pare una bestemmia che facilmente indispone il mio interlocutore- Tu che nella Tua misericordia hai mondato a suo tempo una donna mezzana redimendola e levandola dalla strada trovandole un posto da operatrice di call-center (anche se ora dice che era meglio prima, quando batteva), Tu che hai aperto il Mar Rosso per far passare il Tuo popolo eletto in fuga, che però era lento come un bradipo zoppo per cui il mare è rimasto aperto tre giorni e diciassette ore con conseguente distruzione dell'ecosistema ittico ed ora i pesci del Mar Rosso sono fra i più paurosi del globo, Tu che sei così incazzoso da trasformare in statua di sale la moglie di Lot solo perchè si era voltata indietro (e non come sostengono i malvagi perchè quel giorno il pizzaiolo Ciro aveva cucinato insipido), Tu che sei così saggio da averci donato le tavole del comando che contengono i Dieci Comandamenti, che siccome per noi uomini sono pochi, nell'arco dei secoli li abbiamo divisi in vari articoli e comma a seconda del Paese di origine delle Sacre Scritture, mandandoli a memoria ed ignorando , ad esempio, che in origine "Non commettere atti impuri" voleva dire "Non andare al ristorante con la camicia che hai indosso da dieci giorni che puzzi come avessi un muflone putrefatto sotto le ascelle e hai una macchia di sudore sul girocollo che sembra la stola di un cardinale". Quindi io ti dico, Signore degli eserciti e anche degli obiettori di coscienza, degli Ittiti e dei Sunniti, dei Valdostani ed un poco anche di tutti gli altri, dona a me la prontezza di spirito di McGywer, la forza di Hulk, l'intelligenza di Margherita Hack, la botta di culo di uno dei nostri politici a caso (dovrebbero essere lieti di essere ancora vivi, fossero in Cile...). E già che ci sei, se ti avanza qualcosa, allungami qualche milione di euro e fammi un po' più figo, che mi piacerebbe provare una volta che effetto fa camminare per strada e vedere un sacco di pollastre che si voltano a guardarmi sbavando, a differenza di ora che si voltano a guardarmi, ma per il motivo opposto." Ed ecco che l'implorazione, per quanto lacunosa, funziona: riesco ad aprire le viti a brugola con le chiavi dell'avviamento, un boy scout che passa di lì mi insignisce all'istante al rango di Lupetto, ricarico la batteria e parto come un fulmine verso casa, prima di restare di nuovo a piedi. La strada inizia a diventare scura, viaggio a luce spenta per risparmiare corrente, in men che non si dica sono a casa, dentro la buca delle lettere c'è una ricevuta di ritorno...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

post simpaticissimo, è così che si fa, bisogna ridersela quando si può

Anonimo ha detto...

bellissimo post;)
grazie di essere passato da me:)