Ah Caluso, la città proibita, meta dei miei anni vagabondi, quando si bazzicava intorno ai locali storici del luogo, l' Acchito, il Gran Bogo, lo Studio 53 (che poi era sempre lo stesso posto, solo che cambiava di gestione e quindi di nome...) Prima o poi si torna nei luoghi che ci han visti pupattoli, così, per non sfuggire a questo destino, veniamo ingaggiati per una festa della birra in un locale della zona. Questa volta succede qualcosa di diverso, finalmente nessuno ha illusioni, sappiamo già cosa succederà e per questo mi piacerebbe vedere le cose in bianco e nero mentre sto percorrendo lo stradone che mi vedrà approdare al concerto, come in un vecchio film di Marlon Brando. Eh sì, perchè nonostante tutto questa non è l'America di Elvis e del rock, questo è il Canavese, luogo della non-musica (di qualunque tipo essa sia: se ne sbattono allegramente tutti) qui nel finesettimana conta solo spaccarsi di aperitivi prima di cena, impasticcarsi fino all'epiglottide in qualche tempio della trance la sera e magari calarsi una birra nascosta nel baule della macchina al mattino. Stragi del sabato sera comunque non ce ne sono molte, abbiamo un contratto apposta con gli angeli custodi a quanto pare, siamo di un'altra razza qui e siamo sempre andati abbastanza d'accordo con l'Amministrazione, siamo pieni di Chiese e novene e vie crucis e tutto quello che serve per rispettare il contratto. Rapito da queste paturnie raggiungo la cittadina, ma non so come arrivare al locale, così incontro per caso un collega di lavoro, che ne sa più di me sulla geografia locale, e gli chiedo dritte finchè arrivo dove devo arrivare. Scena già vista, piscina, costine a grigliare, un bel praticello e pochissima voglia di montare l'attrezzatura. Comunque siamo in ballo e si balla, come sempre all'aperto faccio una fatica disumana ed i volumi sono un'angoscia ogni volta. Proviamo quel che si può provare, facciamo conoscenza con un paio di folcloristici avventori, barattiamo una tshirt e un CD con dieci euro e 5 birre medie (stiamo cominciando a rivalutare il pagamento in natura) e assestiamo nel nostro esofago la cena. Ma sappiamo, sappiamo, inutile raccontarsi frottole: la gente si imbottirà di salsicce e patatine poi se ne andrà ruttando a casa e non rimarrà nessuno, per cui iniziamo a suonare presto, mentre c'è ancora qualcuno. Qualche brano per scaldare l'ambiente, Aerosmith e Kula Shaker, intanto a Luca si scaricano le pile di un effetto, rompe una corda e rovescia una pinta di birra sulla pedaliera. Ammiro il self control dato che non scaracchia nemmeno un poco. Vedo una tavolata di giovani irrequieti, pare che vogliano ballare, il gestore viene a chiederci di suonare qualche brano ballabile dance degli anni '80. Ora, lo dico per chi non ci arriva da solo, ci sono alcune cose da chiarire a quanto pare e cioè:
1) Avere uno strumento davanti ed essere parte di un gruppo non vuol dire essere anche automaticamente un jukebox nel quale basta infilare una monetina e parte la musica che si desidera. Infatti, pur avendo gli strumenti necessari e sapendo più o meno suonare, non si può improvvisamente iniziare ad eseguire brani di Ligabue o degli Eiffel 65 o di Vivaldi se non fanno parte del repertorio, non è questione di cattiva volontà, è come chiedere ad un calciatore di vincere una partita a pallacanestro, è un'atleta, ma in una specialità diversa, ma è così difficile da capire?
2) Prima di fissare una data in un locale noi forniamo materiale ed informazioni in abbondanza, così sui manifesti, sulle tshirt, sugli adesivi, sui biglietti da visita, nel sito e in qualunque altro posto, c'è scritto "Rock Band", non Dance o Rap o Prog o Folk, c'è scritto Rock, lo so, sono sicuro. Allora perchè quando iniziamo a suonare Rock dopo cinque pezzi ci chiedono di fare qualcosa di ballabile? Ma se io ingaggio un tubista non gli chiedo di tirarmi su un muro, se chiamo un elettricista non gli chiedo di rifarmi un pavimento, perchè la gente chiama un gruppo Rock e poi vuole fargli suonare Dance? Ma cosa c'è che si fa così fatica a capire, non so, mi sfugge proprio...
Prontamente Luca, sempre con molta calma, risolve parte della situazione, senza scomporsi ed invita Andrea a far partire qualche base del suo repertorio di pianobar ed in men che non si dica ci ritroviamo ad accompagnare pezzi di Battisti, di Rino Gaetano, di Marley, insomma, una vera e propria prostituzione musicale. E mi fa schifo vedere alcune persone che battono il piede a terra ascoltando Gianna, nemmeno in grado di accorgersi che ho spento i microfoni della batteria e che quella che sentono è una drum machine campionata, andrei a sputare in faccia loro uno ad uno, siamo clown, per fare musica oggi devi essere davvero un clown, ci abbiamo azzeccato col logo - suona mandolino pagliaccio italiano - se non fosse che la situazione è paradossale avrei smesso già di suonare da tempo. Ma sì, andiamo avanti con questa macchina della disperazione, la mia percentuale d'incasso per la serata mi serve, devo pagare la multa che ho preso qualche settimana fa, volete il mio culo? Ecco a voi, da questa parte, si accomodino signore e signori, la prossima volta magari mi imparo anche qualche bel pezzo di latino americano così faremo felice il grande pubblico al quale, con la più profonda delle costernazioni, mi sento solo di dire: banda di deficienti sottosviluppati non avete rispetto per nulla, basta che vediate uno con una chitarra al collo e quello diventa il vostro fantoccio, siete solo buoni ad ubriacarvi e a rompere il cazzo... Ma andate un po' ad impasticcarvi in discoteca e se ci riuscite stampatevi contro un platano, liberateci finalmente della vostra fastidiosa presenza.
(lo so che a volte sono eccessivo, ma vorrei vedere voi al mio posto...)
06/07/08
05 Luglio 2008 Concerto a Caluso
Pubblicato da
M@uz
alle
12:53
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2 commenti:
capisco tantissimo la tua (vostra) rabbia e delusione
sono rimasto senza parole, perchè mi immagino nei vostri panni in quanto a canavesano e appassionato di Musica
eh boh, sono periodi un po' così
però qualche ubriacone è simpatico e le goliardate sono sinonimo di vitalità in questa zona (secondo me)
:D
http://www.localport.it/eventi/notizie/notizie_espansa.asp?N=33829
Non fraintendere, non ho aperto una crociata contro chi si ubriaca, ci mancherebbe, nessuno di noi è talmente angelico da disprezzare alcool ed effetti del medesimo, ma quando stai suonando avere un personaggio barcollante che ti ronza intorno inciampandosi nei cavi e mettendo a rischio l'attrezzatura, bè, dà un po' fastidio. Possibile che per divertirsi ci si debba stordire a tutti i costi? Capisci, il problema non è bere, è il contesto in cui lo si fa: quando noi si usciva, da ragazzotti, si andavano a vedere i concerti e nel mentre si beveva, non era un fine, era una cosa in più, un valore aggiunto alla buona musica e alla buona compagnia. Ora sembra invece che il fine ultimo dell'uscire sia il bere o lo svarionarsi in qualche modo, tutto il resto passa in secondo piano e questo è un po' triste, secondo me...
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