
Capita raramente che suoni in casa, intendo proprio dove vivo io, sarà perchè le occasioni di fare musica in questo piccolo paese certo non abbondano, nonostante vanti una prestigiosa società filarmonica. Se si eccettuano le recite dell'oratorio e le rare volte che magari mi capitava di suonare l'organo in chiesa durante la Messa (eh, non è una frottola, è successo anche questo molto tempo fa) ricordo solo tre concerti degni di menzione: uno in piazza della Repubblica con
PINO E GLI ANIMALI DEL BOSCO con i quali abbiamo aperto un concerto dei
PERSIANA JONES E LE TAPPARELLE MALEDETTE quando non erano ancora così famosi (credo fossimo dalle parti del 1987, anno più, anno meno), e due nella Rotonda Antonelliana (da sempre era un mio sogno suonarci) uno con gli
ALCHIMIA intorno al 1990 ed uno con la
STEAMROLLER ACOUSTIC BAND una manciata di anni fa, credo quattro o cinque. Poi stop. Sono quindi un poco spaesato all'idea di dover suonare nella stessa via che ho percorso a piedi centinaia di volte, con qualunque condizione atmosferica, in solitaria o aggregato alle compagnie più disparate, a qualunque ora del giorno e della notte. Lo sono anche perchè per una volta non devo fare decine di chilometri per suonare, ne bastano pochissimi. Stranamente trovo un posto per parcheggiare l'auto proprio di fronte al locale, il quale è proprio piccolo, con un set elettrico non ci saremmo mai stati. Durante l'inaugurazione qui hanno suonato nientemeno che gli Achtung Babies, mi chiedo dove sia potuta stare tutta la gente. Però nonostante le dimensioni trasmette un senso di accoglienza, e anche noi suoniamo benino, passa anche qualche amico a trovarci, diciamo che è una sorta di salotto poetico meno letterario e più rock-con-moderazione, che qui la gente ha i carabinieri facili. Mi pare un concerto "caldo" se capite cosa intendo, ovviamente niente pogo, ma la gente che se ne sta tranquillamente al banco del bar mentre noi si suona mi dà un'idea di cotton club degli anni trenta, questa rivisitazione non è studiata per far saltare il pubblico, solo per permettere a chi desidera di avere un po' di musica senza dover sbraitare per sentirsi con i compagni di tavolo. E comunque siamo ancora un po' troppo alti probabilmente. Con compostezza il concerto termina dopo un'ora e mezza circa, si saluta e uscendo ci si ferma ancora a scambiare due parole con Loris e Giorgio (

degli SS460) reduci anche loro da un concerto in zona. Forse stiamo perdendo tutti tempo, ma è divertente, se non altro quando ci si rivedrà da vecchi all'osteria davanti a un quartino di rosso sfuso, avremo qualcosa da ricordare...
1 commento:
sei arrivato in ritardo anche lì? eheheheh scherzo
comunque è un bel nome SS460
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