16/10/07

12 Ottobre 2007 Concerto a Bollengo

Ci sono delle cose che non sono perfette nel nostro essere band, d'altronde non siamo professionisti, non usiamo la maggior parte del nostro tempo per rendere le cose ineccepibili. Ciononostante stiamo suonando parecchio, se non ci sono cambi di programma abbiamo un concerto fissato ogni settimana fino alla fine di Novembre, non è mica poco... L'idea era quella di suonare il più possibile, direi che ci siamo quasi. A distanza di una settimana dall'ultimo concerto eccoci quindi approdare in un locale di Bollengo, la cui fama è dovuta principalmente alle "pentole" vale a dire pignatte di terracotta contenenti un miscuglio di rhum, sciroppo tropicale e ghiaccio tritato guarnite da una gran quantità di frutta tropicale fresca. Molto grandi tra l'altro. Prima della serata è necessario che vada a procurarmi un microfono da grancassa perchè è il pezzo della batteria che si sente di meno, eccomi quindi uscire dal negozio di strumenti con il portafoglio un po' più leggero (questi cosi costano un sacco, come tutti gli strumenti d'altronde) e con pendente al fianco una borsa contenente un suppostone grigioverde di dimensioni significative che andrò ad inserire direttamente nel fusto della cassa per far saltare i cucchiaini dalle tazzine di caffè degli avventori. L'orologio sul cruscotto mi guarda con disappunto, anche stavolta sono in ritardo, maporca putt... Giungo in quel di Ivrea in piena ora di punta (l'ora di punta qui va dalle 16 alle 21, è peggio che essere a Tokyo) con l'aggravante che a Tokyo non ci sono trattori, qui sì, anzi, qui davanti a me ce ne sono ben due, trascinano ciascuno un carro contenente probabilmente interi residence di villette a schiera in modo che non riesca a vedere chi sopraggiunge dal lato opposto e vanno al massimo della velocità consentita ad un trattore con quel carico. Sospiro rumorosamente mentre un anziano signore mi supera a destra con la sua carrozzella. Di piombo. Ed il signore è pure senza mani. Arrivo finalmente in zona, ma mi accorgo che non so esattamente dove si trova il locale dell'esibizione quindi telefono ad Andrea, il quale mi dà informazioni che a primo udito paiono rassicuranti. Faccio come dice e mi perdo, allora gli ritelefono, mi ridice le stesse cose, giro la macchina e mi riperdo. Ci riprovo, telefono a Simone, chiedo nuovamente informazioni e lui mi risponde che mi passa Andrea (!) perchè sa meglio la strada. Insomma, dopo tutto questo traffico partono a piedi e mi vengono a prendere proprio mentre sto per appoggiare la lametta sul polso sinistro. A prima vista sembriamo tutti delle pere cotte, i malanni stagionali non hanno risparmiato nessuno, ognuno ha la sua bella valigia di tosse, febbre e capogiri, sembriamo scappati da un lazzaretto. Per fortuna il locale dentro trasmette un po' di calore, simulando lontane spiagge giamaicane, con tanto di numerose Marleyeffigi in ordine sparso. Iniziamo a montare nella classica penombra che avvolge i locali al nostro ingresso, quando ancora sono chiusi ai clienti. Collegare cavi e stringere bulloni nell'oscurità non è la cosa più semplice del mondo, lo sa bene il buon Simone che, preso dalla disperazione, ha collegato i cavi al suo ampli utilizzando la luce stroboscopica come fonte d'illuminazione. Ce l'ha fatta, certo, ma per mezza serata si è ritrovato con gli occhi come quelli di Marty Feldman, finchè il gestore, mosso a compassione, ci ha dato un po' di luce in più. Il resto della serata, che dire, è andato bene, nessuno si è rotolato davanti a noi mentre si suonava, però non ci hanno nemmeno lanciato bicchieri vuoti e questo non è un segno del tutto negativo. La serata si è protratta fino a molto tardi, tanto che non siamo riusciti nemmeno a collaudare una delle "pentole" per cui il locale è noto, solo il tempo di smontare in fretta e furia (perchè nella vita reale, non quella da clown, c'è anche chi lavora al sabato -spesso non io comunque-) e rituffarci nella nebbiosa zona industriale di Bollengo, la Giamaica alle nostre spalle ed un nuovo concerto da qualche parte, spostato nel tempo davanti a noi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"... Ci riprovo, telefono a Simone, chiedo nuovamente informazioni e lui mi risponde che mi passa Andrea (!)..."


ahahhahhaha
son saltato dalla sedia dalle risate
ahhahahaa