Oggi parleremo della "Buleta", anche se non ne avete voglia. Tutto inizia quando ci chiamano a suonare in un posto chiamato Ribordone, anzi, un poco più in su. Diciamo pure molto più su, quasi c'è l'aurora boreale dove dobbiamo andare a suonare. Per essere precisi al Santuario di Prascondu, dobbiamo andare (che non è una località sarda, bensì piemontese integralista, il cui nome significa in dialetto "Prato Nascosto" e la zona in cui sorge, dicono, pulluli di masche - le streghe locali - e sabba). Benissimo, allora ci portiamo anche il rock e siamo a posto. Ci inerpichiamo su per la solita strada tortuosa, io a capo della spedizione (con la scusa che so la strada), Fabio Guitar Hero con la fida e fidanzata Dada appresso ed ultimo della colonna Dark Simone. E quando dico tortuosa, non dico così tanto per dire, ogni curva è una roulette russa, se mi arriva qualcuno in direzione opposta faccio il francobollo, a ogni tornante sento Fabio che urla: "Rock'n'Roll" come nella migliore delle tradizioni e saliamo, saliamo, saliamo fino ad arrivare ai cartelli del Parco Nazionale del Gran Paradiso e saliamo ancora, mortacci miei quando ho aderito ad una band, non potevo scegliere un'altra attività costruttiva, tipo il sadomaso o il drogato alla stazione? Arriviamo dopo una salita interminabile dove la giornata di già tenue sole cede il passo ad una nebbiolina autunnale umidissima, dall'alto del santuario una gran Madonnona dipinta di blu ci osserva e dall'occhio lagrimante sembra brillare un lampo di rancore, tutta la sua espressione può essere riassunta nel detto che ci calza a pennello: "Sono arrivati i rompicoglioni". Andrea e Sabrina sono assettati davanti a due vassoi di salatini, qualche bibita ed un pintone di vino rosso, bonarda, I presume. Bene, eccoci qui, lo staff della proloco ci accoglie e ci fa vedere dove montare l'attrezzatura, dobbiamo intrattenere per tre ore circa, fra la nostra scaletta e Andrea che ritaglierà un po' di tempo con del pianobar. In realtà dopo aver montato gli strumenti ci viene detto di aspettare, pare ci sia una funzione liturgica e anche la Madonnona inclina la testa dall'altro lato e ci fa un amorevole cenno di riprovazione come a dire :"Se sento volare una mosca vi modifico il concetto di chiappe del culo a calcioni". Silenzio, finchè la gente, con l'anima sbiancata dalla precedente funzione, prende posto ai tavoli e ricomincia a sacramentare come un saraceno. A quel punto stacchiamo i CD di liscio che Andrea sapientemente ha preparato (è come togliersi un ago dalla vena, una scheggia di legno da sotto un unghia, adoro questi momenti in cui qualcosa di fastidioso viene rimosso) e parte il pianobar; quelli del gruppo non direttamente coinvolti (gli altri tre escluso Andrea) si sollazzano travasando quantità non moderate di bonarda dal suddetto pintone (ed altri pintoni adiacenti) ai propri stomaci. Ed infine emerge dalla nebbiolina la Buleta, la regina della festa, vale a dire un piatto locale preparato da secoli dai montanari che abitano queste lande, consistente in una palla di polenta abbrustolita, delle dimensioni di un piccolo melone, ripiena di formaggio locale e servita con spezzatino e salsiccia al sugo. Contorno ideale per la bonarda, facciamo onore alla cucina e devo dire che il piatto si fa proprio apprezzare, anche se un po' pesantuccio... Decidiamo che, per fare onore alla Buleta, potremmo inserire durante il concerto brani su questo tema, tipo "Bulet in your head" dei Rage Against The Machine oppure "Bulet in a blue sky" degli U2. Purtroppo non ricordiamo bene come fanno ed allora desistiamo. Iniziamo a suonare finalmente quando gli stomaci dei presenti sono discretamente farciti, intorno alle cinque, e anche se siamo all'aperto il volume è molto buono. Non abbiamo con noi le scalette perchè temevamo che qualcuno fra il pubblico potesse sbirciarle e non trovasse di gradimento il repertorio, così tocca ad Andrea girarsi ogni volta per dirci quale sarà il prossimo pezzo. Ci lavoriamo su per un'oretta e mezza circa, sciorinando i nostri pezzi migliori davanti a quelli che restano, la maggior parte della gente (tutti molto over 50) abbandona il campo per andare, credo, a ronfare. Suonare si suona, ci divertiamo, chiudiamo con "Back in Black", che il posto mi sembra adatto, ed è incredibile vedere che Andrea riesce ancora a saltare e cantare nonostante la Buleta che, buonissima, ma credetemi è come aver mandato giù uno Shrapnel. Che ci provi Brian Johnson, col Jack Daniels ci riescono tutti. Finalmente è buio, smontiamo tutto e ci rinfiliamo in macchina, eravamo preoccupati invece ci siamo divertiti. L'organizzazione è stata fantastica, tutti molto solidali e gentili, ci hanno fatti sentire a casa. Ultimo limoncello e cenni di saluto
dal finestrino, la Madonnona ci guarda mentre andiamo via e la sentiamo canticchiare mentre la sera cresce "It's only rock'n'roll, but I like it..."
19/09/07
16 Settembre 2007 Concerto a Ribordone
Pubblicato da
M@uz
alle
18:40
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
cazzo Mauz, ma perchè non scrivi un libro!? adoro il tuo modo di raccontare!!!
Any
...via, non esageriamo, così mi fai arrossire... :)
bullet the blue sky fatta nella versione dei sepultura ci stava bene
http://canavesecolica.splinder.com/
Vero, ma la nostra impressione è stata che data l'età media dei presenti, di Sepultura sarebbe stato meglio neanche parlarne !!!
Posta un commento