Due settimane di assenza, come passa il tempo. Il fatto è che meno scrivo e meno mi viene voglia di farlo, allora cerco un buon spunto per postare qualcosa, il fatto è che non sempre lo trovo e allora questo stato di quiete apparente persevera. Il momento è statico, sotto la superficie si agitano delle correnti che varrebbero di per sè un approfondimento; in queste due settimane ho visto delle persone, fatto dei pranzi festaioli, un amico si è ucciso in moto, sentito concerti e sono diventato Generale nell'organizzazione di cui faccio parte in Anarchy Online (non è un'associazione paramilitare, è solo un gioco in rete). Però tutto è passato ed il cammino continua, non seguendo una linea retta, come la logica vorrebbe, ma svoltando continuamente dietro ad angoli, come in un labirinto. A volte ci sono sorprese piacevoli, a volte momenti terribili, capita che si lavori in vista di un concerto cercando l'inquadratura migliore per farlo risaltare e poi vederselo annullato all'ultimo momento, come quello che avremmo dovuto tenere ieri sera in un locale di Torino, oppure di farsi colare il cervello fuori dalle orecchie al lavoro per risolvere qualcosa che non sembra risolvibile e, quando e se lo si è fatto, notare come quelli che dovrebbero esserne contenti danno l'impressione di fottersene allegramente. Oppure capita di impegnarsi un sacco per ottenere qualcosa e quando lo si ha ci si accorge che non è come lo si voleva. Mai successo? Spesso inseguendo un traguardo si perde di vista il paesaggio che attraversiamo, una serie di immagini che si chiamano "frattempo"; lasciando le cose in mano al caos invece si capisce perchè il frattempo è spesso ignorato. E' brutto, è vuoto, è arido. Un insieme di situazioni riempitive nelle quali cerchiamo di vedere segni da decifrare per ammettere che il destino è cosa fatta e non mutabile a seconda della nostra caparbietà. Intanto la strada scorre e non resta che da decidere se cercare un traguardo mediocre e dipingerlo come la grande conquista della propria vita, o smarrirsi nel frattempo e nel suo caotico pulsare per poi arrivare ad un nulla di fatto ed incolpare l'immutabilità delle cose già predestinate. Io non ho ancora capito bene da che parte sto, probabilmente faccio parte di quelle persone che si sono trovate a passare un traguardo quasi per caso ed ora sghignazzano cercando di
vendere a tutti la propria ostinazione nel raggiungere le mète. Forse però il sentiero da percorrere è un altro. Intanto appena avrò qualcosa di sensato da postare, cercherò di farlo in fretta senza lasciar passare tutto questo tempo...
06/05/07
Quiet Riot
(Non fatevi impressionare, non sono in crisi depressiva, è che è già domenica sera ed il lunedì a me fa un effetto micidale...)
Pubblicato da
M@uz
alle
23:28
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